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Pepe lascia il calcio a 41 anni. Un quarto di secolo a ringhiare sugli attaccanti avversari

Il difensore centrale, simbolo prima del Real Madrid e poi del Porto, dice addio dopo aver battuto molti record di longevità. Famoso per la sua aggressività, in carriera ha ricevuto 23 rossi e più di duecento gialli

Nell’estate dei distinti saluti (Angel Di Maria all’Argentina, Toni Kroos al calcio) l’addio di Pepe arriva improvviso come un suo tackle. Il difensore centrale portoghese ex Real Madrid e capitano del Porto ha detto stop a 41 anni, ripercorrendo i momenti magici della carriera in un video sul suo canale YouTube da 33 minuti. Due volte 3, suo storico numero di maglia. Quello con cui ha vinto tutto, dagli Europei del 2016 alle tre Champions League con la maglia del Real.

I record di Pepe

A proposito di Europei, nell’ultima edizione in Germania aveva appena stabilito il record di giocatore più anziano di sempre a raggiungere la fase finale della competizione. Contro la Repubblica Ceca ha superato il primato di Gábor Király, per poi migliorarlo ulteriormente ai quarti contro la Francia, sceso in campo a 41 anni e 130 giorni. “Pepe? Fai fatica a credere che abbia 41 anni. È un grande esempio del calcio portoghese. È un professionista 24 ore su 24, si allena, dorme bene. Poi c’è l’amore per il gioco e la genetica”, aveva commentato il commissario tecnico della nazionale Roberto Martinez dopo la partita vinta 3-0 contro la Turchia ai gironi. L’elenco dei requisiti necessari per una carriera infinita, lunga 878 partite e tempestata da 34 trofei.

La carriera di Pepe

Prima l’esperienza al Corinthians, club della sua città natale (Maceió, Brasile), poi il trasferimento in Portogallo, al Maritimo. Come ricorda il Guardian, Pepe arrivò in Europa con 5 euro in tasca e una scelta da compiere: trovare qualcosa da mangiare o chiamare la mamma. Decisione difficile per il ragazzo che fino a 17 anni ha dormito nel lettone con i genitori. E che in Portogallo non doveva neanche arrivare. Perché Nelo Vingada e Carlos Pereira, rispettivamente allenatore e presidente del Maritimo, erano volati in Brasile non per prendere lui, ma l’attaccante del Corinthians. “Mi raccomando, fagli fare bella figura, non contrastarlo”, si era raccomandato col difensore il presidente del club João Feijó. Superfluo ricordare che Pepe, quelle parole, non le abbia ascoltate e che l’attaccante non abbia toccato neanche un pallone davanti agli osservatori portoghesi. Pepe temeva di essersi messo nei guai e invece: “Vuoi venire tu in Portogallo?”. Detto fatto. Nel 2004 il passaggio al Porto, tre anni dopo quello al Real Madrid, con cui ha vinto tutto. Una stella invisibile, all’ombra delle supernove (da Cristiano Ronaldo a Luka Modric), ma sempre presente.

Le caratteristiche di Pepe

Concreto, come il suo stile, spesso criticato per la sua durezza, come testimoniano i 23 cartellini rossi e gli oltre 220 gialli rimediati in carriera. Senza dimenticare la squalifica record da 10 giornate ricevuta nel 2009 dopo aver scagliato calci e pugni contro Javi Casquero e Juan Albin nella gara contro il Getafe vinta 3-2 dal Real Madrid. Dopo la Spagna la breve parentesi in Turchia, al Besiktas, poi il ritorno al Porto. Neanche l’introduzione del Var ha ammorbidito i suoi colpi da difensore vecchia scuola. Basti ricordare la manata contro Matheus Reis nella partita persa la scorsa stagione contro lo Sporting. Insomma, anche al Porto ha lasciato il segno. Non solo sugli avversari, ma anche in campo. Nel novembre 2023, segnando in Champions contro l’Anversa, a 40 anni e 254 giorni è diventato il marcatore più anziano della competizione. Il record precedente apparteneva a Francesco Totti, che aveva 38 anni e 59 giorni quando segnò contro il Cska Mosca, il 25 novembre 2014. Gli ultimi atti del suo spettacolo dei record. Allora obrigado Pepe. Grazie, come il titolo della sua lettera d’addio, adornata dal simbolo dell’infinito.

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