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Un centravanti per Spalletti, il sindacato dei raccattapalle, Conte felice con De Laurentiis: benvenuti nel mondo dei sogni della Serie A

Desideri e speranze (vane) della stagione che parte. La lista della spesa al discount dei sogni

E se i varisti invecchiassero di noia nell’attesa di un chiaro ed evidente errore? Nel mondo dei sogni della Serie A che (non) ci aspetta. Tipo scoprire che il Centro Var di Lissone è stato convertito in un centro di rieducazione per quegli allenatori che asseriscono convinti che la partita è stata decisa dagli episodi, pensa te, proprio gli episodi. Esprimi un desiderio. Fatto. Che da qualche parte sbuchi un centravanti per Spalletti, uno qualsiasi, un Camarda o un nuovo Camarda, il figlio di Camarda o uno che somigli a Camarda o che almeno lo conosca di vista. E che Spalletti – per la troppa abbondanza – dica che non sa che Camarda scegliere.

Gasp, ridacci il vero Zaniolo

Che Gasperini restituisca Zaniolo al calcio o il calcio a Zaniolo, bisogna solo capire quale delle due ipotesi funziona meglio. Che i raccattapalle – dopo essere stati ridimensionati dalle nuove regole – costituiscano un sindacato e rivendichino il diritto di essere insultati e strattonati. Che qualcuno di loro nel mezzo della partita urli ai calciatori: li mettete voi i palloni dentro i coni, altro che. Che dopo l’ingresso in campo – con i bambini a mano dei calciatori – per una volta siano i bambini a giocare, con i calciatori che si spingono per rubare un’inquadratura e vengono accompagnati fuori, dai, fate i bravi.

Conte e De Laurentiis

Che in Inghilterra si cominci a parlare di “Modello Serie A”: hai visto che meraviglia di stadio a Venezia, perché non li facciamo così anche a Londra o Newcastle: con l’acqua della Laguna, le gondole attorno e quei bizzarri signori con le t-shirt a righine? Che Conte dica che ha sempre sognato di avere un presidente come De Laurentiis, e che De Laurentiis confermi: anche lui ha sempre sognato di essere il presidente di se stesso.

Lukaku si compra da solo

Nella lista della spesa al discount dei sogni c’è anche quello che la finale della Champions League sia tra due italiane o che almeno ci sia un italiano per cui fare il tifo (pronostico facilissimo: ci sarà Ancelotti), che Ranieri ci ripensi e torni ad allenare, che Ibra diventi umile e dica ho sbagliato. No, così è troppo. Che si scopra all’improvviso che Yamal è italiano, di Casalpusterlengo o di Montecorvino Rovella. Che nessuno dicesse più step on foot. Che Lukaku fondi un club e si compri, ma dopo un lungo tira e molla di mercato. Che Chiesa trovi il suo villaggio. Che i diritti televisivi di un Lecce-Empoli qualsiasi vengano venduti a cifre esorbitanti in tutto il mondo e che a Taiwan ci sia uno (ne basta uno) che compri la maglietta di Fazzini.

Nicola esonerato e sostituito da Nicola

Che Nicola venga esonerato e venga sostituito da Nicola, così che il secondo possa salvare la squadra e tutti possano dire: hai visto che mago Nicola quando subentra in corsa? Che si diffonda l’effetto Benedetta Pilato con l’allenatore o il presidente di turno che alla fine dice: sono contento di essere arrivato quarto, decimo, dodicesimo e voi tutti vi sbagliate perché queste sono lacrime di gioia e questo è il giorno più bello della mia vita. E tutti in coro: quale? Questo.

Sarebbe infine curioso che accadesse, così, per vedere l’effetto che fa: che il Parma o il Como – dopo aver subito un gol al primo minuto contro l’Inter o la Juve – abbandonassero il ring, ops il campo, e spiegassero che quel gol ha fatto troppo male – è la bua, è la bua – e allora hanno deciso che bastava così, via, tutti a casa. Sarebbe buffo che a quel punto qualcuno alzasse il ditino e dicesse che bisogna combattere ad armi pari, se no che sport è?

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