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Vialli, Dino Baggio chiede scusa. Mancini: “Bisogna andarci coi piedi di piombo”

L’ex giocatore della Juventus: “Colpa mia. Volevo dire “antidoping”, e non “doping””.

Le dichiarazioni di Dino Baggio sulla morte di Gianluca Vialli hanno creato inevitabilmente scalpore. A La Gazzetta dello Sport, l'ex giocatore della Juventus ha provato a fare chiarezza, ammettendo di aver erroneamente usato la parola doping nel corso della sua intervista Tv7: "Colpa mia. Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire “antidoping”, e non “doping”. Infatti ho aggiunto che robe strane non ne abbiamo mai prese, perché non si poteva: c’erano i controlli. Mica si scherzava. È un errore che nasce dalla consuetudine. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: “Anche stavolta mi tocca il doping…”. E così questo modo di dire me lo sono portato dietro".

Dino Baggio però si fa delle domande: "Il mio ragionamento è figlio del dolore che mi porto dentro per la scomparsa di Vialli, che ho sempre considerato un amico e che tanto mi ha aiutato, di Mihajlovic e di altri ragazzi che, come me, hanno giocato a pallone negli anni Novanta. Sono tanti, troppi, quelli che se ne sono andati. Credo sia necessario investigare sulle sostanze farmacologiche prese in quei periodi. Magari non c’entrano nulla, magari si scopre qualcosa. L'erba? Avete presente l’odore che si sentiva quando si entrava in campo negli anni Novanta? Era un odore acre, a volte persino fastidioso. A quell’epoca, per tenere i terreni in ordine, si usavano prodotti che contenevano sostanze oggi non più consentite. Adesso, invece, per fortuna è tutto diverso. Ma quelle sostanze che io le ho respirate, si sono incollate al mio corpo. Mi faranno male? Avrò il diritto di sapere o no?".

Sulla vicenda è intervenuto anche il ct Roberto Mancini, che ha mandato un messaggio chiaro a Dino Baggio: "Le sue parole? Non ho idea, bisogna andarci con i piedi di piombo con queste dichiarazioni. Purtroppo queste cose accadono a tutti, chi gioca e chi non gioca. Su Luca credo sia stato detto tutto, è stato un grande uomo e una grande persona. Bisogna ringraziare il presidente Gravina per averci dato la possibilità di poter lavorare insieme. Gli anni dell'Europeo sono stati importanti e gli hanno dato una gioia immensa, purtroppo è così. Luca è uno di quei personaggi che saranno sempre con noi, immortali".

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