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Italia, i consigli di Antonio Cabrini: “Alla Nazionale serve prima il gruppo e poi il gioco”

L’ex CT delle donne propone: “Come Mancini ho lasciato il lavoro a metà per scelte politiche, chi le allenerà ne assecondi la differenza rispetto agli uomini”.

"Il movimento calcio ha un problema di sistema" è la nitida valutazione di Antonio Cabrini a 'Tuttosport'.

Il problema è la pazienza che non si ha con le nuove leve, motivata da scelte politiche che complicano ancora di più per esempio il mestiere dell'allenatore: "Quando parliamo di Settore Giovanile non significa non ci siano buoni calciatori, figuriamoci se l'Italia non sa sfornare talenti; serve però pazienza, nelle squadre e in Azzurro, di seguire i ragazzi dai 14 ai 19 anni. Dicono che costi di più crescere un italiano che prendere uno straniero pronto? E' una questione di scelte politiche, non mi piego a questo tipo di ragionamento; non è più il campo a comandare, a dire chi sono gli allenatori e i calciatori bravi. Le scelte politiche sono uno scoglio arduo da sgretolare, sono quelle contro cui ho combattuto ai tempi della Nazionale femminile: il lavoro stava dando buoni frutti, ma ho dovuto lasciare a metà; all'Europeo avevo battuto la Svezia, che ci ha dato adesso cinque reti..".

Il principale consiglio a chi prenderà le redini della Nazionale femminile è fondato sul buon senso: "Se mi richiamessero ritornerei, ma so che hanno già scelto il sostituto della Bertolini.. Chi arriverà deve capire che non si può imporre alle donne gli stessi metodi degli uomini, ci sono differenze da assecondare: prendiamo pallacanestro e pallavolo, sono tipi di gioco differenti dal maschile. Sarebbe ideale un tecnico che lavora già con le donne e possibilmente in Italia"

Il cambio tra Roberto Mancini e Luciano Spalletti impone anch'esso una indicazione a tutto tondo, quella sul gruppo che in una Nazionale si deve plasmare al di là dei concetti tattici: "Togliere a un allenatore punti di riferimento come gli uomini del suo staff è un affronto, comprendo Roberto: se i rapporti si incrinano meglio prendere altre strade; in Nazionale prima del gioco devi creare il gruppo. Mancini e Vialli hanno fatto un grandissimo lavoro all'Europeo, mi ha ricordato quello di Bearzot con noi: si è vinto senza essere i migliori, alla compattezza puoi aggiungere concetti, il contrario no. Amo De Zerbi: avremmo dovuto bloccarlo quando ha lasciato lo Shakthar Donetsk, adesso è lanciatissimo in Premier League.. Mi piace come imposta la squadra: in campo vanno i migliori, senza ingerenze esterne; solo con una mentalità così il nostro calcio potrà ancora ritornare ad alto livello in modo duraturo".

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