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Schick e l’esperienza alla Roma: “Il momento più duro della mia carriera”

Patrik Schick ricorda gli attimi successivi alla diagnosi cardiaca: “E’ stato uno shock, credevo di dover smettere di giocare a calcio”.

La classifica dei marcatori, in Bundesliga, è letteralmente divisa in due parti: la prima è a completo appannaggio di Robert Lewandowski, la seconda (quelli riservata ai ‘non alieni’) è guidata da Patrik Schick.

Il bomber ceco sta vivendo la stagione della consacrazione: fin qui sono 18 i goal in 16 partite del massimo campionato tedesco con il Bayer Leverkusen, alla media addirittura di più di uno a incontro.

Qualche anno fa era complicato immaginare un simile exploit, arrivato dopo tante peripezie e problemi fisici che potevano comprometterne in modo irreparabile la carriera: il riferimento è naturalmente ai guai cardiaci rilevati dagli esami a cui Schick si sottopose nel 2017, al momento del passaggio alla Juventus poi sfumato. Nell’intervista concessa a ‘The Independent’, il classe 1996 ha rivelato di aver seriamente pensato di dover abbandonare il mondo del calcio.

“E’ stato uno shock perché stavo bene. Pensavo di essere un ragazzo sano. Dopo essere venuto a conoscenza del problema cardiaco, ovviamente, ero preoccupato per la mia salute. Credevo che avrei dovuto smettere completamente di giocare a calcio“.

Poi c’è stato l’interesse della Roma, sfociato nell’acquisto per oltre 40 milioni di euro dalla Sampdoria: una cifra elevatissima che ha sempre condizionato il soggiorno romano di Schick.

E’ stato il periodo più difficile della mia carriera. Un’esperienza nuova, se tornassi indietro mi comporterei diversamente in alcune circostanze. Ad esempio: dopo la firma mi sono infortunato e, dato che ero stato pagato tanti soldi, volevo rientrare il prima possibile. Ho iniziato ad allenarmi prima del dovuto e questo mi ha causato tanti problemi. Conoscevo le mie qualità e credevo in me stesso, ma le circostanze non erano le migliori e sapevo che per il bene della mia carriera avrei dovuto cambiare. Non sono preoccupato se una situazione del genere dovesse verificarsi di nuovo in futuro, questa esperienza mi ha reso un giocatore migliore”.

Al Bayer Leverkusen sembra aver trovato un’isola felice, l’ambiente giusto per mostrare a tutti che le credenze sul suo conto erano sbagliate.

“Ho cambiato molti club e non ho mai avuto il tempo di sentirmi a mio agio. Sono davvero felice a Leverkusen e della mia vita in Germania, quindi ora non penso ad un trasferimento altrove. Guardo la Premier e mi piace l’Inghilterra, ma ciò non significa che giocherò per forza lì”.

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